Testo critico di Vittorio Sgarbi

 

La creatività non ha confini e non ha pudori. Da circa mezzo secolo, l'essere artista non è uno status o una condizione più o meno esclusiva di lavoro, a seconda della specialità: pittore, scultore, incisore, ceramista e altro ancora; ma è quello che pensa, quello che idea, all'infuori dello specifico tecnico ed esecutivo. L'artista è libero e non è stretto o piegato da nessuna necessità.


In questa nuova condizione, una posizione originale, e una produzione illimitata, occupa la fotografia, universalmente perseguita e frequentata da artisti e fotografi a diverso titolo. Questo rende ancora più difficile la valutazione, mentre moltiplica gli attori creativi e le loro ambizioni.


Che differenza c'è tra una fotografia e una fotografia? Fra uno scatto anonimo e un'immagine di Weston, di Strand o di Cartier Bresson? C'è l'idea. E non richiede particolari mediazioni o strumenti. E ci sono l'occhio e l'istinto: da questi deriva la qualità prevalente di un fotografo. Il risultato è facile e difficile nello stesso tempo.


Non dev'essersi, quindi, intimorito Max Laudadio, decidendo, dopo tante inchieste televisive, di seguire un desiderio o un istinto di restituire il mondo secondo un punto di vista che la fotografi, più di qualunque altro mezzo, consente. Ha voluto vedere il mondo, non solo con gli occhi e l'obiettivo, attraverso una lente, non metaforica, ma reale. La lente degli occhiali: colorata, che può ingrandire o allontanare, filtrare e deformare. Trasfigurare e rendere più nitido ciò che lo sguardo vede.


Gli effetti sono vari e diversi. Quelle che potrebbero essere cartoline, diventano «occhialine», con una intuizione originale e anche divertente, che è bene non diventi una cifra o un espediente.


Intanto Laudadio ha fatto un esperimento, ne ha tratto effetti originali. Ora potrà ottenere di essere ricordato, di avere trovato una formula, per essere distinto e riconosciuto. Ma non dovrà pensare, come hanno fatto molti artisti e fotografi del nostro tempo, di fermarsi qui, di continuare a vedere il mondo con il filtro scelto, e tanto più logico e coerente.


Sarà bene che di qui parta per raccontarci quello che incontra e quello che ha visto, rinnovando la pulizia dello sguardo davanti a una realtà sempre contaminata.


Da questa esperienza esce come interprete molto sensibile alle variazioni cromatiche, come furono alcuni impressionisti, in particolare il Monet nelle cattedrali di Rouen. Superata questa, noi lo aspettiamo alla prossima prova.

 

P a r t n e r

ArtsLife WM Capital Editoriale Giorgio Mondadori Ciaccio Broker Alviero Martini Starhotels

Organizzazione

PROMOTER ARTE Mostre Editoria Comunicazione

MILANO ART GALLERY Spazio Culturale  |  via G. Alessi 11, 20123 Milano  |  Tel. 02.76280638, cell. 393.9234762
info@milanoartgallery.it - www.milanoartgallery.it  |  © 2019 - All Rights Reserved