Intervista ad Amanda Lear

 

COME NASCE LA SUA ISPIRAZIONE ARTISTICA?

Nasce innanzitutto dall’amore appassionato per i colori, anche quelli più vivaci e accesi nelle tonalità cromatiche e che sfoggio spesso anche nel mio look. I colori sono lo specchio riflesso della vita, che è sempre multicolore, non è mai soltanto bianca e nera. Per me l’arte assume quasi una valenza di benessere terapeutico dell’anima, ha una finalità speciale, perché riesce ad infondermi un equilibrio psicologico che non trovo altrove. L’arte terapia è una forma di divertimento attraverso cui posso liberami dallo stress e dalla tensione accumulati sul palcoscenico durante le mie performance teatrali, che di fatto richiedono un costante dispendio energetico, seppur dandomi enorme gratificazione. Io sono una sostenitrice convinta dell’arte terapia, che ormai viene comunemente utilizzata in particolari contesti, ad esempio nella cura dei disagi mentali e negli istituti penitenziari con risultati davvero efficaci.

 

NEL SUO FARE ARTE C’È UN INFLUSSO PROPULSORE TRASMESSO DAL SUO GRANDE MAESTRO SALVADOR DALÌ?

Vorrei fare una distinzione al riguardo, perché non mi sono sentita influenzata dallo stile di Dalì nella mia espressione artistica, che ho volutamente personalizzato e diversificato. Infatti, il realismo di Dalì era legato e vincolato agli anni tipici del surrealismo e al movimento provocatorio con forti messaggi sociali contro la classe borghese. Dunque, la sua era una collocazione storica ben inquadrata e veicolata a quell’epoca precisa. Invece l’insegnamento del mio mentore è stato assai utile nella tecnica pratica pittorica, poiché mi ha trasmesso e inculcato importanti nozioni, come l’evitare l’uso dell’acrilico preferendo l’olio di lino e altri elementi di derivazione naturale.

 

RICORDA UN PARTICOLARE ANEDDOTO DEL SUO RAPPORTO CON DALÌ?

Premetto che Dalì è stata una presenza fondamentale per me, un maestro di vita oltre che di arte e un grande amore. Il curioso aneddoto riguarda l’inizio del mio rapporto con lui, quando da pittrice esordiente, avendo frequentato la scuola di belle arti, mi sono proposta a lui come tale. Dalì mi ha risposto dimostrando la sua visione di assoluto maschilismo artistico e mi ha quasi scoraggiata dichiarando che le donne fanno solo soggetti banali come fiori e paesaggi e certamente non possono essere annoverate come vere artiste. In quell’occasione non ha neppure voluto guardare i miei quadri, che ha visto solo dieci anni dopo esclamando “ma sai che non sono poi così male per una donna”. A me è parso proprio un commento di sincero elogio, considerando le sue radicate ideologie.

 

QUALI OPERE VERRANNO ESPOSTE IN MOSTRA ALLA “MILANO ART GALLERY”?

Insieme all’organizzatore Salvo Nugnes abbiamo fatto un’accurata selezione su una vasta produzione di dipinti per mostrare ai visitatori il mio simbolico cammino nell’arte in chiave antologica. Abbiamo valutato insieme anche la commerciabilità delle opere esposte, che possono essere apprezzate a largo raggio da un ampio ed eterogeneo target di fruitori.

 

COME È NATA LA SINERGICA COLLABORAZIONE CON IL MANAGER SALVO NUGNES DIRETTORE DI AGENZIA PROMOTER E AGENTE DI NOTI ARTISTI E PERSONAGGI?

Sono stata molto lusingata da Salvo, che mi ha contattato proponendomi la mostra a Milano. Sono andata poi a vedere lo spazio della galleria e da qui è iniziata tutta la pianificazione con reciproco entusiasmo e amichevole complicità e ormai siamo giunti alla data fatidica tanto attesa per l’inaugurazione.

 

È COMPIACIUTA DI ESPORRE IN QUESTA STORICA GALLERIA MILANESE?

Certamente, è un contesto raffinato e con la giusta predisposizione per accogliere i miei quadri, a cui tengo come se fossero mie creature, sono i “miei bimbi” che amo pazzamente. Anche la zona in cui si trova è ottimale perché i Navigli, da sempre conosciuti nella tradizione artistica, rappresentano un ambiente cosmopolita cui si respira l’amore per l’arte e la cultura.

 

UN COMMENTO SULLA SUA ESPERIENZA TEATRALE.

Il teatro è un’esperienza di passione incredibile per me, dove ho creato un rapporto intensissimo con il pubblico. Il teatro ti mette a nudo, ti pone in un contatto dal vivo senza filtri, barriere e maschere davanti agli spettatori, a differenza della televisione e del cinema. Attualmente sono impegnata nei provini del mio nuovo spettacolo intitolato “Divina” che porterò in scena a Parigi e nei maggiori teatri francesi. Amando l’Italia e avendo lavorato tanto in Italia, confesso che mi piacerebbe tornare, magari presentando uno spettacolo teatrale e ricevendo quella calorosa accoglienza che gli italiani mi hanno sempre riservato.

 

 

 

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